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In possesso di tutti i comportamenti tipici degli altri segugi e dotati di un coraggio eccezionale, i cani di questa razza stanno ottenendo consensi sempre più numerosi tra i cinghialai nostrani, che li impiegano con ottimi risultati nella caccia al suide. | |||
La passione venatoria, per chi ha il piacere di poterla soddisfare praticandola in compagnia di cani abili e in tipo,è ineguagliabile per emozioni, entusiasmi e ricchezza di soddisfazioni. E la soddisfazione maggiore nostra e di tutti i colleghi segugisti è quella che ci ‘è data dall’ascoltare il coro della muta dei cani che stanno lavorando per noi. |
Gianluca Lerda con Vespa, eccezionale fattrice e abilissima sulla lepre | ||
Il porcelaine è tra i suoi avi |
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Con l’inizio degli anni sessanta è cominciata la ricerca di qualcosa di più e di diverso, sostenuta dalla volontà di imprimere ai cani una maggiore vitalità e potenza fisica, pur mantenendo intatte le qualità olfattive delle razze sopra citate. Pertanto, l’attenzione dei selezionatori di quel tempo si concentrò non molto lontano da casa loro. L’Inghilterra, infatti, vantava da secoli dei segugi dal grande vigore fisico e atletico, ed ecco allora che il beagle e l’harrier furono subito prescelti a questo scopo. Nella loro opera di selezione, gli allevatori francesi preferirono avvalersi del più antico e ha apprezzato segugio francese:il porcelaine (pressoché scomparso durante la rivoluzione francese,quest’antico cane fu “ricostruito” nel 1845 grazie all’aiuto di alcuni allevatori svizzeri).Da questi incroci nacque l’anglo-français de petit vènerie. |
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Ancora Gianluca Lerda con Dominò re produttore di quattro anni, ottimo sia sulla lepre, sia sul cinghiale(Allevamento dei lupi del Grana,Caraglio – | |||
Fino gli anni ’80, alcuni selezionatori crearono con il poitevin una taglia più grande, da non confondere con il petit,che diede origine ai Grand Anglo che misuravano oltre i 55/58 cm; cani veloci ma con uno spirito di battuta e di ricerca del selvatico che portava a perdere il metodo logico dello scovo e il collegamento con il canettiere. La selezione avvenuta con la trasmissione del sangue del porcelaine, invece, è all’origine della taglia petit,quella che oscilla tra i 48 e i 52 centimetri, con un peso variante tra il 15 e i venti chilogrammi. I soggetti di questa razza hanno occhi nocciola scuro, orecchie ricadenti e non troppo lunga, coda portata fieramente a falce, pelo liscio, mantello di norma nei tre colori bianco, nero e arancio (ma sono ammessi anche esemplari di colore bianco-nero e bianco-arancio), e possiedono un carattere furbo, coraggioso, instancabile e ubbidiente. |
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Elegante, veloce e dotato di ottimo olfatto |
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Il petit anglo-français è un segugio veloce, che possiede ottimo olfatto, attivo ed elegante nel movimento, dotato di un abbaio melodioso. In un primo momento venne utilizzato (e molto apprezzato) nella caccia su ogni terreno alla piccola selvaggina: lepri e conigli. Poi, grazie alla sua eccezionale intelligenza venatoria, iniziò a riscuotere una considerazione sempre crescente trae cacciatori francesi che lo addestrarono anche per la caccia agli ungulati in genere.Questo piccolo grande cane si distinse in particolare sul cinghiale selvatico sul quale diede subito dei risultati davvero eccezionali. Infatti, il suo odorato finissimo e la sua grande velocità gli consentono di andare allo scovo del selvatico molto più velocemente, senza mai perdere il filo della traccia. Quando il petit ha scovato, non dà mai tregua all’animale cacciato standogli vicino nella corsa, in modo particolare si fa apprezzare quando il cinghiale si ferma, poiché in quel frangente il nostro segugio è molto scaltro: gli gira intorno standogli circa a otto/dieci metri e continuando ad abbaiare. Molto difficilmente, pertanto, un cinghiale, anche grosso, riesce a ferirlo mortalmente, perché l’anglo-français elude le sue cariche sfruttando la grande velocità e scappando via di qualche metro. E anche se impegnato in tale compito, questo cane eccezionale non smette mai di abbaiare e di segnalare al cacciatore la posizione del selvatico |
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Osvaldo Lerda (allevamento “Lupi del Grana”) insieme a Falco (quattro anni) capo – muta su lepre e cinghiale | |||
Gianluca Lerda (allevamento “Lupi del Grana”) con Dik (tre anni),ottimo lepraiolo e promettente anche sul cinghiale | |||
Bateur ,segugio anglo-francese tra i migliori riproduttori dell’allevamento “Lupi del Grana”
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In Italia è ancora poco allevato |
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Ultimamente in Italia si riscontra un certo interesse per questi cani. Nonostante ciò, sono ancora pochi gli allevatori che si occupano della razza. Gianluca e Osvaldo Lerda si dedicano dal 1985 alla selezione dell’anglo-français avvalendosi del ceppo di sangue di Batù e Alpina, rispettivamente maschio tricolore e femmina bianco-arancio,validissimi sia sulla lepre, sia sul cinghiale. |
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Osvaldo Lerda in compagnia di uno dei suoi briquet griffon venéen (allevamento “Lupi del Grana”, Caraglio (CN) | |||
Cane equilibrato e solidamente costruito, senza essere pesante,l’anglo-français visto di profilo presenta una silhouette che, esaltandone la distinzione morfologica, lo identifica senza alcun dubbio tra le razze da seguita francesi. Cosa che non mancherà di aiutarlo a entrare nelle simpatie di tutti veri cacciatori cinofili che, pur avendo presente come la sostanza sia fondamentale in un cane da caccia, sanno benissimo che anche l’occhio vuole la sua parte e,a parità di risultati, cacciare con un bel cane è sicuramente preferibile che accontentarsi di un “mostriciattolo” qualsiasi. |
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Club dell’anglo-français de petit vèneriè |